Le emozioni nel coaching

Diventare un bravo coach

Per diventare un bravo coach è indispensabile una formazione che lo sganci da precedenti filosofie, professioni, insegnamenti e politiche dalle quali proviene dandogli la possibilità di arricchire il suo bagaglio professionale con nuove prospettive da indagare.

La formazione del coach è speciale perché teorizza la possibilità di poter ottenere ciò che non ha mai ottenuto o forse aspirato o sognato in passato e ritenuto difficile o fuori dalle proprie possibilità.

I saggi hanno sempre insegnato che la vita è un percorso individuale pieno di avventure e incognite adatte a ciascuno e che sono l’attrattiva della vita stessa.

Una vita che valga è come la stella cometa, una visione che indica una strada, ma quale strada? Quella di chi ha la visione, è individuale, è un forte desiderio verso l’ottenimento di qualcosa importante, difficile, attraente.

Queste considerazioni sono zeppe di emozioni e come si conciliano con la formazione coaching che vuol essere molto pragmatica? Nel coaching sono contemplate le emozioni positive che accompagnano la visione o il sogno verso il futuro, perché sono la motivazione con la quale si superano gli ostacoli e avvicinano il futuro.

Nel coaching le emozioni che hanno costituito gli ostacoli del passato sono considerate un terreno minato sul quale non transitare, minato e quindi pericoloso.

Il coach in formazione sa che il coaching non è terapia e desidera formarsi in questa nuova professione che gli consente di aiutare i clienti a trovare soluzioni per raggiungere ciò che desiderano e allenarli verso quella meta come fossero dei veri campioni, se non addirittura degli eroi.

Vuotare il sacco delle emozioni negative

Però il cliente va in coaching con tutto sé stesso e spesso, per il bel rapporto di ascolto e di fiducia che il coach ha costruito con il suo cliente, lui/ lei sente la necessità di vuotare il sacco delle emozioni negative conseguenti alla storia della sua vita, che lo hanno segnato profondamente.
Sono profonde perché spesso sorte in giovane età quando il rapporto e il ruolo importante e unico dei genitori non sempre è sereno e ben compreso.
I genitori sono sempre responsabili di tutto…e non potrebbe essere altrimenti, i bambini sono un materiale plasmabile nella mente e nei sentimenti da parte degli adulti.
Molto spesso le emozioni negative hanno rallentato, ostacolato la crescita dell’individuo che le ha sempre ben presenti nel ricordo della sua storia e di conseguenza è naturale per lui/ lei provare la necessità di parlarne con il coach, pur avendo contrattato un importante percorso di coaching verso mete esaltanti e desiderate.

Cosa sono le emozioni? Sono una fissazione inconsapevole di un fatto che ha provocato una tempesta emotiva che diventa un ricordo indelebile non gestito dalla mente ma rimane stabilmente nell’inconscio.
La memoria dei fatti è legata esclusivamente alle emozioni, ciò che non emoziona si dimentica, la memoria anche a lungo termine è data dalle emozioni e più sono profonde, più si ricordano.
Le emozioni negative fanno male e rendono fragile chi le prova, perché travalicano il potere della mente.

La gestione delle emozioni profonde, dolorose e quindi limitanti, è un compito della psicoterapia che è abilitata a scoprirne l’origine e l’importanza per chi le prova allo scopo di aiutarlo/la a comprendere e superarle per guarire la ferita che hanno provocato nell’anima.
Il mondo inconscio dove sono fissate le emozioni è immenso, profondo, antico, la terapia rivela che sicuramente hanno uno scopo positivo nella vita di chi le vive, ma è l’ultima cosa a cui pensa chi le prova, perché sono state portatrici di molto dolore.
La psicoterapia è il campo di comprensione e di guarigione di quei dolori.

Il campo di lavoro del coaching è un altro, molto diverso, è la strada verso il futuro che si presenta inizialmente come un viottolo sconnesso, ma è l’abilità e la competenza del coach che allena il proprio cliente a far diventare questo viottolo, con una trasformazione attraente basata sulla chiara descrizione del futuro desiderato, una strada per raggiungere gli obiettivi che desidera.

Coinvolgimento del coaching e rapporto con il cliente

Tuttavia è molto comprensibile che il/la cliente si senta così a suo agio con il proprio coach da avere la necessità di raccontare i propri tormenti, anche perché sono spesso l’impedimento dal sentirsi tanto capace e intelligente per raggiungere il sogno o la meta che lo/la porta in coaching.
Le capacità sono gestite dall’autostima ma spesso non sono riconosciute, per la deficienza di autostima dovuta sia all’educazione parentale sia quella scolastica e le esperienze di vita fatte.
Ecco quindi che il coach si sente investito da quei racconti dolorosi che formano la storia della vita del cliente.
Il coach si trova a gestire una situazione delicata.
Le emozioni portate nella sessione sono motivate dai racconti delle esperienze avvenute nel passato del cliente, mentre il percorso del coaching è focalizzato sul presente e sul futuro.

Ecco che la formazione del coach viene in aiuto per gestire la delicatezza delle situazioni che incontra.
La prima cosa da fare, da parte del coach, quando diventa testimone di una grande emozione che prova il/ la cliente, è quella di riuscire a dissociarsi emotivamente dalla situazione che il cliente vive in quel momento, pur rimanendo molto empatico ed accogliente verso il cliente per accompagnarlo con molto garbo fuori da quella emozione forte che prova per garantirgli empatia che accoglie i sentimenti, ma non addentrarsi nell’ascolto della storia del passato che li ha provocati.
L’intelligente e bella comunicazione del coach è fondamentale perché il cliente si senta accolto in quel preciso momento e questa capacità è la conferma che il rapporto di coaching è uno dei migliori rapporti che si provano nella vita.
Può essere, per il/ la cliente che sia la prima volta che si senta davvero compreso.
Questo non significa che il coach lo/la aiuta a risolvere l’origine del problema che vive, ma l’importanza di avere inteso la totale accettazione o la considerazione del coach è basilare per poter attenuare un momento di sofferenza.

Può verificarsi che la sessione di coaching si interrompa per facilitare l’esaurimento dell’emozione del momento ed eventualmente il coach chiedere al cliente se desidera risolvere il problema che genera l’emozione e se desideri essere aiutato a trovare un esperto adatto, oppure può essere che il/ la cliente voglia continuare il percorso di coaching e decidere con il coach come riuscire a sviluppare strategie per non fare emergere quelle emozioni ma che se emergessero verrebbero accolte per trasformare il presente e perché possa avere la soddisfazione di ottenere l’obiettivo o il sogno convenuto che rappresenterebbe un successo importante della propria autostima e del valore della propria vita.

Le esperienze di vita che generano emozioni negative sono sempre dietro l’angolo, fanno parte della storia della vita, ma queste storie e le loro interpretazioni non fanno parte del percorso di coaching, tuttavia saper dare un nome alle emozioni del cliente e riuscire a contenerle in un’area di positività e insegnamento è una strategia che il coach esperto ma anche con capacità carismatiche può attuare.
Ci sono altre emozioni che possono sorgere nel percorso di coaching e sono quelle volte ad al futuro fortemente desiderato che finalmente è intravvisto e sono così forti che, per alcuni, possono fare paura e in questo caso il coach ha il compito di aiutare il/la cliente a comprendere e trasformare la paura nell’adrenalina del potere del sogno.

Il potere immenso della capacità comunicativa, suggestiva e metaforica è un talento del coach competente che sa gestire le proprie emozioni nel caso si imbattesse in una situazione non voluta e imprevista nella sessione di coaching quando il/la cliente apre il vaso di pandora delle proprie emozioni.
Questa capacità di accogliere le emozioni dei clienti, stabilire i confini entro i quali stanno i loro racconti e quali sono da trattare in altri contesti professionali e gestire le proprie emozioni, è una bellissima opportunità per il coach nel suo percorso evolutivo, perché si imbatterà sempre in situazioni delicate e nuove che sono destinate ad aumentare il potenziale della sua arte nel coaching.

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