Il grande potere della comunicazione nascosta

Argomenti dell’articolo “Il grande potere della comunicazione nascosta”:

La comunicazione nascosta tra coach e coachee
L’energia che muove le emozioni è il segreto della comunicazione nascosta
Metafore

L’immagine di un albero d’inverno è la metafora di quello che intendo per comunicazione nascosta. D’estate quell’albero ha un immenso fogliame che è destinato a cadere in autunno così l’albero mostra la sua vera struttura, il potenziale, l’età e la salute cose che fanno prevederne il futuro, il seguito in salute e in espansione.

Ritornerò su questa metafora dopo aver considerato quanto sia pertinente nella professione del coach.

La comunicazione nascosta tra coach e coachee

L’argomento più affascinante dell’avventura del coaching riguarda la comunicazione tra coach e coachee, poiché tutto nasce dalla sostanza della comunicazione e dalle capacità comunicative del coach.

Nelle nuove competenze ICF l’argomento comunicazione è sottolineato e ben specificato, in modo particolare, in questo articolo, faccio riferimento al punto 3 della parte C delle competenze (Comunicare efficacemente) e Ascoltare attivamente che dice: “Riconosci e domanda quando c’è più di quello che il cliente sta comunicando.

Data la bella relazione che è costruita dal coach con il suo o la sua cliente, è scontato che il coachee sia in buona fede, non dice quello che non sa o non sa di sapere ed è quello che il coach, con le sue domande lo/la aiuta ad avere più consapevolezza di sé, della sua vita, delle sue risorse, quelle che il coach percepisce nascoste tra i meandri del racconto della sua vita che fa il coachee. Il cliente racconta, spesso a ruota libera, le sue esperienze vissute, i sogni infranti, confusamente quello che vorrebbe, le difficoltà che si frappongono tra quello che è o che ha e quello che sogna, che vuole e che è il motivo della sua richiesta di coaching. Questo ascolto è il momento magico per scoprire gli elementi chiave che il coach deve cogliere per indirizzare la sua ricerca nella vita del suo/sua cliente.

Per il coach, il coachee è l’eroe da allenare perché vinca la sua sfida verso la vita, le convinzioni limitanti che si trascina nella mente, i condizionamenti entro i quali è vissuto, spesso non avendo di sé la percezione di essere “l’eroe” che invece ha il coach di lui o lei.

I clienti hanno la mente zeppa di informazioni raccolte nel corso della loro vita, che si sono sedimentate solo se sono state emozionanti, perché i ricordi rimangono solo se contengono emozioni, sia che siano belle sia che siano brutte e maggiori sono le emozioni, più vivi sono i ricordi ed è in questa foresta di emotività che si costruisce la mappa del mondo dell’essere umano, ma anche l’insieme delle luci e delle ombre delle sue convinzioni, dei suoi valori. Il coach che è un acuto ascoltatore, ma con il dovuto distacco emotivo da ciò che ascolta, ha la lucidità per tracciare il profilo profondo sia del suo cliente, sia per raccogliere i dati importanti che servono al percorso di coaching, ascoltati e nascosti nel racconto dei suoi clienti.

L’energia che muove le emozioni è il segreto della comunicazione nascosta

Non si devono temere le emozioni dei clienti, perché hanno tanta energia, sono la spinta che muove o blocca la loro vita e nel coaching non si deve entrare nell’origine delle emozioni profonde, ma dentro all’energia che muovono che è il segreto della comunicazione nascosta. Occorre sempre separare la forza dell’energia dal motivo che l’ha scatenata. Le esperienze non sono colpevoli, ma è il modo individuale di viverle che le rende positive o negative e per questo non devono essere indagate, ma sono solo un tramite di grande insegnamento in modo particolare se sono portatrici di sofferenza.

L’ascolto del coach, con grande delicatezza, è volto a comprendere l’insegnamento nascosto nelle emozioni per farlo riconoscere ai clienti che cambiano totalmente il loro vissuto su quanto è accaduto. Nella comunicazione nascosta dei clienti, oltre alle emozioni, ci sono anche tante esperienze ottime e dimenticate che formano un bel terreno da indagare e da utilizzare come capacità effettive. Ricordi da rinfrescare e ristrutturare per far loro trovare sicurezza e competenza.

Metafore

L’ascolto attento è inteso come la metafora del cercatore d’oro che usa un setaccio che elimina ciò che non conta, che nel coaching sono solo montagne di parole, mentre trattiene alla fine la pagliuzza d’oro che, nel coaching diventa la lampadina che si accende nella mente del coach per trasformarsi nella domanda potente assolutamente utile in quel momento. Una volta in più riconosco l’importanza del coaching nella vita di tutti e come questa figura sia adatta ad aiutare in modo intelligente, discreto, amichevole e di cui ci si può fidare, perché sa trovare il modo di mettere ordine nella mente del proprio cliente, nel suo cuore, nel suo destino, perché si senta capito/a e incoraggiato/a nel riconoscere di valere e di avere le capacità per percorrere il raggio di luce che li porta alla meta della loro visione.

Il coaching è una grande scoperta per il coachee che scopre sé stesso e per il coach che prova la bella esperienza di conoscere un nuovo eroe da allenare e alla fine del percorso, l’eroe/cliente sa di avere le abilità giuste per la sua vita e per il suo lavoro. Tornando alla metafora dell’albero e del suo fogliame che nasconde la sua sostanza e la sua forza adatta a sopportare il lungo sonno invernale senza avere freddo e prepararsi al risveglio primaverile più bello di prima. La natura in cui siamo immersi è la nostra casa e noi ne facciamo parte. Piante, fiori, animali, montagne, mare, nuvole, questo è il nostro habitat ed è dentro noi, come noi siamo dentro al tutto e se ci ricordiamo di questo potremo migliorare la nostra vita. La natura ha in sé una grande saggezza e chi trova il tempo di contemplarla, comprende come sia fonte di innumerevoli metafore che hanno l’utilità rendere più comprensibile, semplice e facile il modo di vivere. La scoperta della comunicazione nascosta è molto soddisfacente e appassionante nel coaching come lo è per chi ama trovare i funghi nel bosco o i tartufi nel terreno.

Raccontare metafore è una parte dell’aiuto alla consapevolezza che deve dare il coach al suo coachee e la natura è fonte di moltissime ispirazioni che sono a loro volta parti indispensabili della saggezza meta del coach.

La comunicazione è una conquista umana sempre più raffinata più è la parte principale delle professioni basate sulla relazione e sulle parole.

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